giovedì 17 ottobre 2013

E intanto lo stringo forte e mi perdo nei suoi occhi

La Hunziker che torna a lavorare dopo quattro giorni dal parto e...tutti a dire brava, ad applaudire. Ci fu già un caso famoso, la Gelmini. Non so se vi ricordate... "Neppure un giorno a casa" promise sorridendo l'allora ministro Mariastella Gelmini.
Pare che la classe politica, quella dello spettacolo, insomma quella che "fa tendenza", sia tutta impegnata a dire e dimostrare alle (altre) donne che loro sì che amano il proprio lavoro. «Neppure un giorno a casa». Libere di fare come preferiscono. Tuttavia, però, vorremmo solo dire a queste donne, in amicizia, una cosa: vi perdete, in quest’ansia di tornare a 'produrre', qualcosa di molto grande. Vi perdete le vostre ore più belle. È un privilegio ormai, in questi tempi di precariato, potersi concedere di fermarsi per un figlio. È quasi un lusso. Ma a mia figlia, se mai ne avrò una,  quando sarà grande, dirò: prenditi tutto il tempo che puoi, consuma questi giorni in pace. Guardati, abbracciati il tuo bambino. Queste ore non torneranno. Prenditi il tempo di stringertelo addosso: guarda come istintivamente ti si rannicchia fra le braccia, cercando ancora l’eco del battito del tuo cuore. Guardalo, e lasciati riempire di stupore: nove mesi fa non c’era, e ora è un uomo. Non è sbalorditivo? Germinato da un seme invisibile. Perfetto, e sì che tu di lui non avresti saputo fare neanche un capello. Trattieni il fiato: quel tuo figlio fra le braccia, è un mistero. Annusalo: sa di latte, di cucciolo. Ma già fra pochi giorni il suo sguardo si illuminerà incontrando i tuoi occhi. Non lasciarti rubare quello sguardo da nessuno. Niente vale quel suo primo riconoscerti, quel tacito dirti: eri tu, quel buio morbido che mi abbracciava. Guardalo. Guardagli le mani, così incredibilmente piccole; e senti come afferra e stringe forte il tuo dito, come ci si avvinghia. Impara come lo calma la tua voce. Guardalo ancora. A chi somiglia? Ritrovargli negli occhi lo stesso sguardo di tuo padre, o nei capelli i colori di un nonno. I geni che arcanamente si declinano, memori, nel tuo bambino. E lui, lui che – è straordinario – è te, e insieme l’uomo che ami. Piange. Ha fame a tutte le ore. Ti avranno detto: un figlio, che fatica. Ti avranno detto delle notti in bianco. Vero, ma non si parla mai del resto: di cos’è, di quanto è grande stringersi addosso questo piccolo straniero. Se la fa addosso, urla, ha bisogno di tutto. Ma te ne innamorerai pazzamente. Non perdere i primi giorni di un grande amore. Succhia, avido, e poi crolla addormentato. Tientelo stretto ancora un momento. Fermati a scoprire con meraviglia che ogni uomo al mondo è stato, un giorno, come tuo figlio stanotte: un bambino inerme fra le braccia di una mamma, la sua mamma. Se lo capisci, non guardi più agli altri come prima. Sei quasi sottilmente cambiata. È un’altra donna, quella che incroci allo specchio con quel neonato fra le braccia. Come avendo per un istante sperimentato cos’è, la misericordia; che vuol dire, in ebraico, 'amare con viscere materne'. Gusta gli attimi, non avere fretta, contempla ciò che ti è accaduto. Hai avuto un dono. Esserne felice è già il principio di una gratitudine. (E chi è grato, è lieto). Il lavoro è una cosa bellissima, è una cosa importante. Ma non lo è tanto da rinunciare ai primi mesi con tuo figlio. Sono tuoi, ti appartengono. Sono un privilegio – sì, privilegio, anche se oggi non si usa dirlo, anzi, – delle donne: la straordinaria gioia di mettere al mondo, dalla propria carne, noi capaci di nulla, un uomo. Signora ministro, auguri. Se lo goda almeno un po’, il suo bambino. Tutto, di fronte a lui, può attendere. Non si perda l’inizio di un grande amore.

A questo aggiungo il link del Bambino Naturale che oggi ci ricorda che in tutto questo non c'è in gioco solo la mamma, ma un altro essere, il bambino!

martedì 15 ottobre 2013

Ci siamo!

Domani è l'ultimo giorno.  E io c'ho la depressione!
Sembra ieri che dovevo stare a casa,  che mi costava così tanto lasciare il mio lavoro che tanto mi piaceva.  E adesso mi spiace lasciare la casa,  la famiglia,  per farmi nuovamente inghiottire dal lavoro.
I cambiamenti fanno sempre paura!
La cosa che mi fa più paura è farmi inghiottire dal vortice delle cose da fare  dimenticando cosa sia il tempo dedicato a sedersi a giocare.  So che succederà.  Perché so che sono fatta così. 
E come la mettiamo col mercato del martedì?  E il gruppetto del mercoledì?  E il caffè quando capita?  E la merenda?  E l'andare a scuola in bicicletta?  E il taglio e cucito?  E la schiacciata?
Però mi piace l'idea di riprendere in mano i libri, di rimettermi a studiare,  di mettermi alla prova,  di parlare dei pazienti ed ai pazienti,  di indossare il mio pigiama verde.
Amiche mie,  amici miei,  portate pazienza e aiutatemi a fare convivere queste due anime: litigano, si spintonano, a turno l'una prevarica sull'altra,  ma alla fi ne camminano mano nella mano e ciascuna ha bisogno della propria compagna.

venerdì 11 ottobre 2013

Il mio cucciolo cresce

Auguri cucciolo mio! Oggi compi 6 mesi.
Sono pochi a guardarli da fuori, una vita intera per chi c'è dentro. Sei parte della nostra famiglia ed i tuoi fratelli ti adorano. A me sembra che tu sia sempre stato tra noi. Già non ricordo com'era non averti.


Argh! Davidino ha già 6 mesi...ha iniziato le pappe, il nido...e io settimana prossima tornerò a lavorare!
Doppio argh! non è che ne ho una gran voglia!
Lascerò il mio mondo da desperate housewife e mi ributterò a capofitto (speriamo non troppo) nel mondo ospedaliero!
Fatemi ancora compagnia, amici miei, così che non mi faccia troppo fagocitare...solo un pochino, magari.

martedì 8 ottobre 2013

Sabato 12 ottobre

Sabato 12 ottobre ore 17 piazza Cordusio.
Queste le coordinate per partecipare attivamente ad una delle manifestazioni (la prima milanese) che si terranno questo we contro la legge anti-omofobia.


Partecipiamo! Partecipiamo perchè è importante. E' importante perchè da certi "cambiamenti" non si torna più indietro.
Noi ci saremo proprio per questo. Perchè non vogliamo trovarci tra uno o dieci anni a dire "caspita se" "però potevamo"....Possiamo!
Possiamo ora. Magari noi, noi soli non contiamo nulla, ma se tanti "noi soli" si mettono insieme diventano "noi insieme, noi tanti". La Francia ce lo insegna!
Come ho già scritto precedentemente, la storia ci insegna che la libertà fu attaccata già altre volte e ciò non ha mai portato nulla di buono.
Noi andiamo. Io vado. Perchè voglio essere libera di dire a mio figlio che ha una MAMMA e un PAPA' e che questa è la NORMALITA'!
Credo che due ore del nostro tempo siano spendibili per qualcosa che è così importante. Magari non tutti sentono, al momento, il vero pericolo che si cela dietro questa legge, ma ciò non vuole dire che il pericolo non ci sia. C'è!

Per chi non è di Milano ci sono altre città in cui è possibile partecipare.

Stiamo zitti ma...in piedi...VEGLIAMO!