Questo inizio settembre mi sta mettendo a dura prova!!!
Le scuole tardano ad iniziare e la trepidazione per l'inizio del nuovo percorso sta piano piano lasciando spazio al nervoso per quest'attesa, ma soprattutto per le acrobazie di un saltimbanco che si giostra tra lavoro, bimbi a casa, attività a cui iscriverli e buoni pazienza da collezionare per tirarli fuori dalla manica quando necessario.
Per fortuna tutto sta piano piano prendendo forma! Un ringraziamento particolare ai nonni che in queste ultime settimane hanno fatto gli straordinari per darci una mano!
Intanto io mi sento a pezzi, no,no, non a pezzi, di più!!!! Un puzzle con pezzi sparsi ovunque. Dove sono le mie gambe che dovrebbero portarmi in bagno a sistemare il bucato? E le mani che mi servirebbero tanto per stirare? E la testa per riuscire almeno a pensare a quello che c'è da fare invece che rincorrerlo???
Insomma, quest'inizio d'anno si sta facendo sentire, sicuramente complici le brevi vacanze (12 giorni!!!) ed il brutto tempo che non mi ha permesso di ricaricarmi a dovere.
Anche i bambini sembra stiano finendo l'anno,piuttosto che iniziarlo. Giona si addormenta prima di cena (e la salta!) praticamente una sera sì ed una no.
beh, teniamoci tutti pronti per il 15: Isacco inizia la prima elementare!!!!!!!!!!!!!
martedì 9 settembre 2014
giovedì 28 agosto 2014
"Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro"
Quest'estate così fredda è stata per me molto calda di eventi. E' come se fosse stato disegnato per me un percorso a tappe che mi ha permesso di arrivare fino alla giornata di ieri.
Tutto è iniziato con il viaggio in Sardegna, attraverso cui ho rivisto delle parti di me che non credevo nemmeno esistessero ancora; poi la vacanza in montagna che ha consolidato amicizie sulle quali stiamo gettando le basi della nostra vita; e infine la giornata di ieri che mi ha permesso di guardare oltre, introducendomi alla Chiesa di Cristo.
Ieri 26 donne (o forse 30) si sono incontrate in un'incantevole e bucolica cornice. 30 quasi perfette sconosciute si sono date appuntamento per incontrarsi, per rendere reali degli incontri virtuali, e così, come era già accaduto anche in passato, dal virtuale si è passati al reale, "e il Verbo si fece Carne".
Ho passato giorni a chiedermi cosa c'entrassi io con loro, a chiedermi come avevo fatto a farmi coinvolgere in questo evento. ok, non è stato difficile, in fin dei conti sono un animale sociale, perciò basta dirmi vieni e io vengo, complice il fatto che saltare sul nostro furgone ed accendere i motori per me è un vero piacere. Mentre andavo mi continuavo a chiedere: io cosa c'entro? Ed appena arrivata mi sentivo un'infiltrata; intuivo di far parte di qualcosa di grande, qualcosa che aveva smosso 30 donne e le relative famiglie (e qualcuna per arrivare è stata costretta a partire il giorno prima e dormire fuori casa! "Lo avrei fatto io??????" continuavo a ripetermi!), ma non capivo cosa. E forse non lo capisco tutt'ora. E' semplicemente successo, accaduto, come dice la mia amica Cristina. Forse a noi, a me, è chiesto solo di starci; è stata una Grazia che ci è stata donata e per la quale non so dire altro che "GRAZIE".
Non è stato semplice, perchè, nonostante quel che si possa pensare di me, troppa gente mi dà fastidio, mi intimorisce, perciò so che non ero io, realmente io, so che la nostalgia che oggi mi porto dietro è legata a questo.
Ma so anche che Lui, misteriosamente, mi ha voluta lì, insieme alle altre 29, testimone del fatto che Lui c'è! Perchè qualcosa ieri è successo, veramente successo, come ben racconta Daniela.
D'altronde Lui ci aveva avvertite: "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" Mt 18,20... Siamo noi che siamo duri di orecchi...e allora ben vengano giornate come ieri, che ci riportano proprio a questo!
A proposito, a quando la prossima?????
ps: sarà mica stato un caso che ieri fosse proprio Santa Monica, vero?????
Tutto è iniziato con il viaggio in Sardegna, attraverso cui ho rivisto delle parti di me che non credevo nemmeno esistessero ancora; poi la vacanza in montagna che ha consolidato amicizie sulle quali stiamo gettando le basi della nostra vita; e infine la giornata di ieri che mi ha permesso di guardare oltre, introducendomi alla Chiesa di Cristo.
Ieri 26 donne (o forse 30) si sono incontrate in un'incantevole e bucolica cornice. 30 quasi perfette sconosciute si sono date appuntamento per incontrarsi, per rendere reali degli incontri virtuali, e così, come era già accaduto anche in passato, dal virtuale si è passati al reale, "e il Verbo si fece Carne".
Ho passato giorni a chiedermi cosa c'entrassi io con loro, a chiedermi come avevo fatto a farmi coinvolgere in questo evento. ok, non è stato difficile, in fin dei conti sono un animale sociale, perciò basta dirmi vieni e io vengo, complice il fatto che saltare sul nostro furgone ed accendere i motori per me è un vero piacere. Mentre andavo mi continuavo a chiedere: io cosa c'entro? Ed appena arrivata mi sentivo un'infiltrata; intuivo di far parte di qualcosa di grande, qualcosa che aveva smosso 30 donne e le relative famiglie (e qualcuna per arrivare è stata costretta a partire il giorno prima e dormire fuori casa! "Lo avrei fatto io??????" continuavo a ripetermi!), ma non capivo cosa. E forse non lo capisco tutt'ora. E' semplicemente successo, accaduto, come dice la mia amica Cristina. Forse a noi, a me, è chiesto solo di starci; è stata una Grazia che ci è stata donata e per la quale non so dire altro che "GRAZIE".
Non è stato semplice, perchè, nonostante quel che si possa pensare di me, troppa gente mi dà fastidio, mi intimorisce, perciò so che non ero io, realmente io, so che la nostalgia che oggi mi porto dietro è legata a questo.
Ma so anche che Lui, misteriosamente, mi ha voluta lì, insieme alle altre 29, testimone del fatto che Lui c'è! Perchè qualcosa ieri è successo, veramente successo, come ben racconta Daniela.
D'altronde Lui ci aveva avvertite: "Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" Mt 18,20... Siamo noi che siamo duri di orecchi...e allora ben vengano giornate come ieri, che ci riportano proprio a questo!
A proposito, a quando la prossima?????
ps: sarà mica stato un caso che ieri fosse proprio Santa Monica, vero?????
lunedì 25 agosto 2014
Io non sono brava per quello che faccio.
In questo mondo in cui misuriamo tutto, tutto sembra avere un valore quantificabile in numeri, anche la "bravura" è considerata direttamente proporzionale alle cose che si fanno.
Accade così che quando incontro qualcuno, più racconto quello che faccio, più mi sento dire "brava". Non quello che sono, ma quello che faccio! E' facile sentirsi lusingate da tale complimento, in fin dei conti mi faccio un c...o così e almeno gli altri lo riconoscono. E ci sono caduta tante volte in questo tranello, sentendomi fiera nel sentirmi dire "come sei brava!".
Ma è davvero così????
No! non posso credere che la "bravura" sia quantificabile, o almeno non con questo metro. Questo è il metro di misura che applichiamo oggi perchè la nostra società ci ha insegnato questo: più fai, più produci, più allora sei bravo e degno di lode. Vado allora con la mente alle immagini di alcune mie amiche che scelgono di dedicarsi alla famiglia ed ai figli (indipendentemente dal numero): non sono brave loro? E, permettetemi l'esempio estremo, una suora di clausura non è brava?
Ed io, se mi fermassi, se decidessi ad un certo punto di smettere di correre, se scegliessi qualcosa di diverso, sarei meno brava?
Non ci sto. Non può essere questa l'ultima parola su di me, e su nessuno di noi.
Siamo bravi se rispondiamo alla realtà che ci è data, ciascuno con quello che è, con il proprio desiderio, con le proprie inclinazioni. Quando uno vive così, chi lo guarda non può che desiderare la stessa cosa per sè stesso e per i propri cari, non può non riconoscere che lì dentro, dentro quel modo di vivere, sta la bellezza della vita; e la "bravura", se così vogliamo chiamarla, è proprio nello stare alle circostanze che ti sono date e fare così della propria vita una testimonianza per gli altri.
giovedì 31 luglio 2014
Una valigia un cappello e il figlio, un figlio, in spalla. Un breve saluto volgendo lo sguardo dietro di sé, un sorriso abbozzato a colui che l'ha accompagnata, pronta per il suo viaggio. Non è abituata a viaggiare da sola, non è abituata a viaggiare affatto. Eppure è partita per lei, per quella amicizia che dura da anni, che è sopravvissuta alle insidie del tempo. Che strano viaggiare con lui, da sola con lui, essere insieme lontano dagli altri. Poi il decollo, il volo, il mare sotto di loro ed infine di nuovo la terra . All'arrivo l'ha accolta un cielo grigio che nascondeva i colori di quell'arida terra. Così sono iniziati i suoi giorni in Sardegna; mai avrebbe immaginato che quei giorni risvegliassero profondi ricordi, mai pensava di togliere i vestiti abituali per indossare quelli lasciati nel cassetto anni e anni prima. Ma l'ha fatto, senza pensarci, anzi senza neppure accorgersene. Quel volo durato un battito d'ali l'ha spogliata, denudata, per rivestirla di abiti vecchi nascosti in un baule in soffitta. Non se n'è accorta lei quando è sbarcata sull'isola, non se n'è accorta nemmeno quando si è guardata allo specchio mentre lavava le mani prima del pranzo. Se n'è resa conto piano piano, scoprendosi, guardandosi come se fosse la prima volta. Era libera. Libera dagli impegni, libera dai pensieri, non era la mamma, nemmeno la moglie, neppure il medico. Era lei, in una veste che pensava di avere sotterrato profondamente nella terra più dura.Il vento, il sole, il mare, gli sposi, gli addobbi, la festa. Quel figlio sempre con lei, la sua appendice, la sua ancora con il mondo reale. Perché basta chiudere gli occhi per ritrovarsi a ballare nei boschi, intorno ad un falò insieme a fate e gnomi. Tutto è stato casuale, nessuna conoscenza, nessuna aspettativa, e forse proprio per questo tutto è stato una piacevole sorpresa. Il tramonto, l'alba e le stelle, la luna che si fa piena. Ed ecco il tempo di tornare. Di nuovo il decollo, il volo, il mare e la terra. Un battito di mani e gli occhi si riaprono mostrando la sua amata realtà. Tutto diventa un lontano ricordo affidato alla memoria, emozioni che già sembrano lontane anni, appartenere alla vita di altri. Pensa a lui, al suo lui,e capisce perché nella sua vita c'è lui, capisce che senza di lui non sarebbe quello che è, non avrebbe fatto quello che ha fatto. Lui sono i suoi piedi per terra, la bussola nel deserto, l'ombrello sotto la pioggia.
lunedì 7 luglio 2014
Aperitivi milanesi
Questa è la stagione degli aperitivi ed io, che li adoro follemente, ho una doppia fortuna: vivere nella patria dell'aperitivo ed essere nata in questa stagione!
Così, come tutti gli anni, è arrivato il mio compleanno e, seppure io mi senta oramai invecchiata, non riesco a rinunciare all'uscita con le amiche per festeggiare. Quest'anno, però, l'uscita serale è "stata modificata" all'ultimo minuto.
Ma io, che ho delle amiche fantastiche (grazie S., è tutto merito tuo!) non ho dovuto rinunciato al consueto aperitivo. In tre ci siamo dedicate al più classico degli intrattenimenti milanesi. Chi non ha mai vissuto quest'esperienza non può capire. L'"apecena", come lo chiamano ultimamente, è per me il simbolo dell'estate. Ora, non che ne faccia chissà quanti,
"Tesoro, un aperitivo veloce, poi torno subito a casa". così recitavo al telefono al povero papà kunta (come se poi non sapesse che io adoro gli aperitivi estivi!).
Cara S., amica mia, come puoi pensare di invitarmi ad un aperitivo e cavartela con "una cosa rapida pre-cena"?
Ora, non immaginatevi che io passi la mia vita a fare aperitivi nei locali più cool di Milano... ho pur sempre una famiglia di cui occuparmi... e per fortuna! altrimenti mi vedrei già vestita alla Sex and the city, aggirarmi per locali, ogni sera in uno diverso.
Comunque, cara S., tu pensavi che la tua idea fosse vincente quando ci hai salutate e sei andata a fare le tue valigie... In fin dei conti M. ed io stavamo solo finendo un discorso, praticamente eravamo già pronte ad alzarci e tornare dalla figliolanza (11 figli in tre).
Ma alla prima birra ne è seguita una seconda, e le chiacchiere sono continuate.
Il sole è tramontato tra un morso di focaccia ed una risata, un brindisi ed una confidenza. E siamo andate avanti così, sedute sempre allo stesso tavolino, guardando la gente che prima andava e poi tornava, senza accorgerci che il tempo scorreva, fino a quando ci hanno invitate ad alzarci perché... dovevano chiudere! E così, quasi a fatica, ci siamo alzate, abbiamo inforcato le nostre biciclette, ci siamo salutate, felici per quell' "aperitivo pre-cena" inaspettato, e siamo tornate a casa.
E a casa c'era il povero papà kunta che mi aspettava, ormai consapevole che l'aperitivo si era allungato!
d'altronde Milano è anche questo!
Così, come tutti gli anni, è arrivato il mio compleanno e, seppure io mi senta oramai invecchiata, non riesco a rinunciare all'uscita con le amiche per festeggiare. Quest'anno, però, l'uscita serale è "stata modificata" all'ultimo minuto.
Ma io, che ho delle amiche fantastiche (grazie S., è tutto merito tuo!) non ho dovuto rinunciato al consueto aperitivo. In tre ci siamo dedicate al più classico degli intrattenimenti milanesi. Chi non ha mai vissuto quest'esperienza non può capire. L'"apecena", come lo chiamano ultimamente, è per me il simbolo dell'estate. Ora, non che ne faccia chissà quanti,
"Tesoro, un aperitivo veloce, poi torno subito a casa". così recitavo al telefono al povero papà kunta (come se poi non sapesse che io adoro gli aperitivi estivi!).
Cara S., amica mia, come puoi pensare di invitarmi ad un aperitivo e cavartela con "una cosa rapida pre-cena"?
Ora, non immaginatevi che io passi la mia vita a fare aperitivi nei locali più cool di Milano... ho pur sempre una famiglia di cui occuparmi... e per fortuna! altrimenti mi vedrei già vestita alla Sex and the city, aggirarmi per locali, ogni sera in uno diverso.
Comunque, cara S., tu pensavi che la tua idea fosse vincente quando ci hai salutate e sei andata a fare le tue valigie... In fin dei conti M. ed io stavamo solo finendo un discorso, praticamente eravamo già pronte ad alzarci e tornare dalla figliolanza (11 figli in tre).
Ma alla prima birra ne è seguita una seconda, e le chiacchiere sono continuate.
Il sole è tramontato tra un morso di focaccia ed una risata, un brindisi ed una confidenza. E siamo andate avanti così, sedute sempre allo stesso tavolino, guardando la gente che prima andava e poi tornava, senza accorgerci che il tempo scorreva, fino a quando ci hanno invitate ad alzarci perché... dovevano chiudere! E così, quasi a fatica, ci siamo alzate, abbiamo inforcato le nostre biciclette, ci siamo salutate, felici per quell' "aperitivo pre-cena" inaspettato, e siamo tornate a casa.
E a casa c'era il povero papà kunta che mi aspettava, ormai consapevole che l'aperitivo si era allungato!
d'altronde Milano è anche questo!
mercoledì 11 giugno 2014
Sogni di vacanze
Oggi è l'ultimo giorno di scuola per Samuele e poi iniziano le vacanze estive. Lui freme, festeggia, ed insieme a lui tutti gli altri studenti italiani. Chissà....chissà come si sente! Le sue emozioni.
E di fianco a lui, in piedi, pronta ad abbracciarlo, a sorridergli, ci sono io, con un tumulto di emozioni da nascondere, perchè il protagonista è e deve essere lui! E poi perchè le mie emozioni sono quasi tristi....quasi un peso sul petto, quel peso che prelude la commozione...una nostalgia profonda che origina chissà dove nelle mie viscere.
Quanto tempo è passato da quando si festeggiava l'ultimo giorno di scuola! Sembra un tempo infinito; gli anni velano i ricordi e le emozioni ne nascondono i colori. Mi ricordo l'euforia del sapere di avere davanti tre mesi di libertà! Non sveglie che suonano, niente maestre, poche ed essenziali regole (che comunque andavano strette)! Ozio, tanto ozio, la noia...e la gioia!
Pensando ai mesi estivi mi vengono in mente immagini e sensazioni lette sui libri o stampate su qualche cartolina. Luoghi assolati con terra infuocata e case bianche; il verde bruciato; il silenzio interrotto dallo scricchiolio dell'erba secca sotto le scarpe; la solitudine; le amicizie.
Ecco, questo vorrei che scoprissero i miei bambini: le lunghe vacanze, l'ozio e la gioia. La noia e la voglia di scoperta. E le amicizie! L'intensità delle amicizie estive. Quei rapporti che nascono con un batter di ciglia e che rapidamente raggiungono l'apice dell'intensità.
"Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia."
E di fianco a lui, in piedi, pronta ad abbracciarlo, a sorridergli, ci sono io, con un tumulto di emozioni da nascondere, perchè il protagonista è e deve essere lui! E poi perchè le mie emozioni sono quasi tristi....quasi un peso sul petto, quel peso che prelude la commozione...una nostalgia profonda che origina chissà dove nelle mie viscere.
Quanto tempo è passato da quando si festeggiava l'ultimo giorno di scuola! Sembra un tempo infinito; gli anni velano i ricordi e le emozioni ne nascondono i colori. Mi ricordo l'euforia del sapere di avere davanti tre mesi di libertà! Non sveglie che suonano, niente maestre, poche ed essenziali regole (che comunque andavano strette)! Ozio, tanto ozio, la noia...e la gioia!
Pensando ai mesi estivi mi vengono in mente immagini e sensazioni lette sui libri o stampate su qualche cartolina. Luoghi assolati con terra infuocata e case bianche; il verde bruciato; il silenzio interrotto dallo scricchiolio dell'erba secca sotto le scarpe; la solitudine; le amicizie.
Ecco, questo vorrei che scoprissero i miei bambini: le lunghe vacanze, l'ozio e la gioia. La noia e la voglia di scoperta. E le amicizie! L'intensità delle amicizie estive. Quei rapporti che nascono con un batter di ciglia e che rapidamente raggiungono l'apice dell'intensità.
"Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia."
mercoledì 4 giugno 2014
I Dragun I Draguna I Dragun del parc Sempiun
Sono oramai mesi che in casa nostra risuona questa canzone di sottofondo. Quando meno te lo aspetti dalle labbra dei nostri mini-micro e stra micro rugbysti in erba fuoriesce questo ritmico ripetersi di parole, un tam tam che vibra da una stanza all'altra, un mantra.
L'esperienza con il Parco Sempione Rugby in questi due anni è stata molto più della frequentazione ad una società sportiva. E' stata in primis un'esperienza formativa ed educativa per i nostri figli che, sul campo, attraverso la passione e l'mpegno degli educatori, hanno imparato il rispetto dei valori e delle regole. E' stata un'esperienza formativa anche per noi genitori, che abbiamo imparato (o quantomeno stiamo provando ad imparare) ad essere accompagnatori faticosamente silenziosi, mani per applaudire, spalle per sostenere, mai in campo ma sugli spalti con gli occhi puntati su loro: i nostri campioni. Sono stati due anni con un crescendo di emozioni e di incontri umani, di simpatie (amicizie?) nate a bordo campo tra un terzo tempo ed una cena dal Lele. Quando abbiamo iscritto i nostri bimbi eravamo ignari di tutto questo! Eravamo inconsapevoli del fatto che avremmo desiderato quell'impegno domenicale che ci portava ai bordi di campi infangati con qualunque temperatura per potere assaporare la gioia delle partite. Ed invece tutto questo è accaduto: ci sono state partite al freddo e sotto la pioggia in cui il nostro orgoglio cresceva proporzionalmente alla quantità di fango che ricopriva i nostri bambini; trasferte in pullaman con la sveglia che suonava prima che durante la settimana; giornate passate in veri stadi per tifare i ceri campioni; week-end lontani da casa in cui il protagonista era il mini-rugby.
Per tutto questo dobbiamo ringraziare gli educatori, i responsabili di categoria, gli accompagnatori, ma soprattutto il nostro presidente che ha realizzato tutto questo dando credito ad un desiderio. GRAZIE TONI!!!
E allora tutti in campo: MARTEDì 10 GIUGNO dalle 17alla fine della birra al calar del sole APPUNTAMENTO ALL'ARENA per la festa di fine anno!
Noi ci saremo!
L'esperienza con il Parco Sempione Rugby in questi due anni è stata molto più della frequentazione ad una società sportiva. E' stata in primis un'esperienza formativa ed educativa per i nostri figli che, sul campo, attraverso la passione e l'mpegno degli educatori, hanno imparato il rispetto dei valori e delle regole. E' stata un'esperienza formativa anche per noi genitori, che abbiamo imparato (o quantomeno stiamo provando ad imparare) ad essere accompagnatori faticosamente silenziosi, mani per applaudire, spalle per sostenere, mai in campo ma sugli spalti con gli occhi puntati su loro: i nostri campioni. Sono stati due anni con un crescendo di emozioni e di incontri umani, di simpatie (amicizie?) nate a bordo campo tra un terzo tempo ed una cena dal Lele. Quando abbiamo iscritto i nostri bimbi eravamo ignari di tutto questo! Eravamo inconsapevoli del fatto che avremmo desiderato quell'impegno domenicale che ci portava ai bordi di campi infangati con qualunque temperatura per potere assaporare la gioia delle partite. Ed invece tutto questo è accaduto: ci sono state partite al freddo e sotto la pioggia in cui il nostro orgoglio cresceva proporzionalmente alla quantità di fango che ricopriva i nostri bambini; trasferte in pullaman con la sveglia che suonava prima che durante la settimana; giornate passate in veri stadi per tifare i ceri campioni; week-end lontani da casa in cui il protagonista era il mini-rugby.
Per tutto questo dobbiamo ringraziare gli educatori, i responsabili di categoria, gli accompagnatori, ma soprattutto il nostro presidente che ha realizzato tutto questo dando credito ad un desiderio. GRAZIE TONI!!!
E allora tutti in campo: MARTEDì 10 GIUGNO dalle 17
Noi ci saremo!
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