domenica 27 gennaio 2013

Noi specializzandi di oggi.

Negli ultimi giorni la mia mente è pervasa da due argomenti che mi riguardano e mi stanno a cuore: 1)la conciliazione lavoro-famiglia in quanto madre; 2)il mio stipendio di specializzanda.
Parlerò ora del 2°, non perchè sia più importante, ma perchè lo ritengo più facile da affrontare!


Sono specializzanda: questo vuole dire che pago l'università per potere lavorare (e imparare) e in cambio l'università mi dà una borsa di studio mensile. Calo fin da subito un velo pietoso sul fatto che formalmente risultiamo, noi specializzandi, dei semplici studenti, nonostante siamo medici laureati iscritti all'albo. Sorvolo sul fatto che non abbiamo un orario lavorativo, ma siamo tenuti a "frequentare" l'ospedale il numero di ore che il nostro tutor ritiene necessarie per la nostra formazione. Decido di evitare il discorso sul fatto che in quanto a tutela della maternità il nostro contratto faccia riferimento alla legge nazionale, ma poi ti riconosca 12 mesi di maternità cumulativi durante il tuo percorso, indipendentemente dal fatto che tu abbia avuto una o più maternità.
Mi soffermo solo sul fatto che per stare al passo coi tempi il nostro stipendio è stato ridotto e le tasse universitarie aumentate. Come ha commentato Marco: ma dai, da una parte tolgono e dall'altra aggiungono! Che carini!!!
Tutto questo per aumentare la nostra indipendenza e permetterci di non essere più "bamboccioni".
A chi sta dicendo/pensando "noi prendevamo anche meno", ricordo che il meno va confrontato con il potere di acquisto del soldo, che le tasse universitarie erano inferiori, che esisteva la retroattività e che la specialità durava 3/4 anni e non 5!
Ma soprattutto mi domando perchè invece di difendere i diritti acquisiti e riconoscere che siamo una categoria che ancora sta cercando di farsi riconoscere come forza lavoro (e non dite che non è vero!), sono proprio i nostri "grandi" a giustificare quello che, a mi avviso, è non giustificabile.

5 commenti:

  1. ...non ho mai vissuto l esperienza di specializzanda e quindi non ne conoscevo bene le modalità..quello che mi sconvolge è la durata...5 anni sono TANTISSIMI...non solo è ingiustificabile....è INPENSABILE!!

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    Risposte
    1. Gà, 5 lunghi anni in cui il tuo capo di specialità decide arbitrariamente dove mandarti (tra gli ospedali legati alla tua scuola)e per quanto tempo.
      Io per ora sono stata fortunata, ma non per tutti è così...dei miei colleghi sono stati mandati a bergamo, altri a lanzo d'intelvi....

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    2. A onor del vero non è poi tutto negativo!
      Penso che questo periodo, questi 5 anni, se usati bene, siano fondamentali per la nostra formazione, perchè girare e cambiare continuamente ospedale e gruppo di lavoro è un'occasione continua di crescita!
      Inoltre vista la difficoltà di tanti coetanei noi abbiamo almeno un contratto per 5 anni...certo con tanti limiti (no permessi, no tfr, no tredicesima...) però sappiamo che per 5 anni c'è!

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    3. Insisto nella mia teoria: se dopo SEI anni di università bisogna fare ancora 5 anni di specialità, delle due l'una o il corso di laurea non serve a nulla oppure è un modo per avere manodopera a basso costo! (e opto per la seconda ipotesi)

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    4. Insisto nella mia teoria: se dopo SEI anni di università bisogna fare ancora 5 anni di specialità, delle due l'una o il corso di laurea non serve a nulla oppure è un modo per avere manodopera a basso costo! (e opto per la seconda ipotesi)

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